Filippo Einaudi, Autore a Auto&Design https://autodesignmagazine.com/author/filippoeinaudi/ Auto & Design Magazine Sun, 27 Apr 2025 20:28:17 +0000 it-IT hourly 1 MILANO DESIGN WEEK, VIAGGIO NELL’ARTE ATTRAVERSO L’AUTO https://autodesignmagazine.com/2025/04/milano-design-week-viaggio-nellarte-attraverso-lauto/ Sun, 27 Apr 2025 20:28:17 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69887 Passato, presente e futuro, arte come espressione della filosofia stilistica e design in evoluzione. Sono le tematiche trattate e celebrate dalle installazioni e dagli eventi di alcune Case automobilistiche nella grande e suggestiva cornice della Design Week che, anche quest’anno, nella settimana dal 7 al 13 aprile, ha attirato a Milano un’autentica folla. [...]

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Passato, presente e futuro, arte come espressione della filosofia stilistica e design in evoluzione. Sono le tematiche trattate e celebrate dalle installazioni e dagli eventi di alcune Case automobilistiche nella grande e suggestiva cornice della Design Week che, anche quest’anno, nella settimana dal 7 al 13 aprile, ha attirato a Milano un’autentica folla. Mostre d’arte, esperienze multisensoriali o novità di prodotto, sempre con il design a fare da protagonista. Eccone alcune:

Range Rover, la storia ispira ancora
L’installazione che Range Rover, oggi brand di punta della nuova JLR, ha allestito in piazza Belgioioso celebrava il legame tra passato e futuro in un’ottica particolare. Due ambientazioni, realizzate in collaborazione con NUOVA, studio di design californiano, hanno infatti fatto da sfondo a due auto che rappresentano l’inizio e il punto d’arrivo della storia dell’auto simbolo Range Rover. Denominatore comune, il colore: nella prima sala, in un’ambientazione ispirata agli anni ’70 in cui non è stata trascurata nessuna esperienza sensoriale – dalle luci alle musiche di sottofondo, all’arredamento in legno e marmo di Carrara fino agli stimoli olfattivi creati con le essenze del brand Aeir – campeggiava il primo esemplare preserie di Range Rover, verniciato nel classico Olive Green. La stessa tinta, reinterpretata in chiave moderna, dell’esemplare di Range Rover Autobiography 2025 esposto al centro della seconda sala, in uno scenario più metafisico, fatto di colonne e pietre bianche. Anche qui, ad accompagnarla, la fragranza Wet Stone e melodie dedicate.

Kia, viaggio nell’animo umano
Negli ultimi anni Kia ci ha abituati a percorsi che esplorano temi come la multiculturalità, riassunta nella sua attuale filosofia stilistica “Opposites United”. La Casa ha allestito una doppia esposizione: una intitolata “Transcend Journey”, presso gli East End Studios in via Mecenate, dove sono state esposte le concept EV2 – anticipazione del prossimo B-SUV elettrico della famiglia EV – e WKNDR, interpretazione avventurosa del nuovo veicolo professionale elettrico PV5, descritti e illustrati dal responsabile del design Karim Habib. L’altra mostra, Opposites United: Eclipse of Perceptions, ospitata nelle sale del Museo della Permanente di Milano, ha riunito quattro opere degli artisti Philippe Parreno e A.A. Murakami. Due di queste, The Cave e Beyond The Horizon, entrambe di Murakami, hanno offerto visioni di particolare suggestione: la prima mostrava uno scenario composto da acque ferme e luce rossa su cui si muovevano braccia robotiche a simboleggiare la spinta creativa dell’animo umano; la seconda enormi bolle generate nel buio di un’immensa parete.

Omoda 9, personalità crescente
Più pragmatico, senza ambizioni artistiche ma con una precisa filosofia applicata allo sviluppo della brand identity, il nuovo modello presentato in via Tortona da Omoda, marchio che, insieme a Jaecoo, ha accompagnato lo sbarco in Europa del gigante cinese Chery. Il nuovo modello si chiama Omoda 9 e mostra in che direzione va l’evoluzione di questo marchio, nato con l’obiettivo di creare suggestioni fashion e high-tech, in segmenti superiori a quello della pioniera Omoda 5. SUV di taglia large, Omoda 9 mostra una progressiva maturazione dello stile, che dà meno enfasi alla vistosa e caratteristica griglia di Omoda 5, annegandola in un frontale che esalta, come una firma luminosa fatta di linee orizzontali e verticali, un’imponenza con qualcosa di aristocratico e al tempo stesso rassicurante. Non è tutto: le proporzioni sono state definite prendendo a riferimento la sezione aurea, e curando l’aerodinamica per garantire comfort ed efficienza. Grande attenzione anche all’esperienza di vita a bordo, non solo nelle linee e nei rivestimenti, ma anche nell’interfaccia con comandi tattili anche sul volante e un grande display da 24,9”, oltre a un impianto audio Sony dedicato.

Zeekr, il senso della connessione
Anche Zeekr, uno dei marchi più interessanti nel ricco portafoglio del colosso Geely – a cui appartengono anche Lotus e Volvo – ha voluto unire uno sguardo sul futuro del prodotto all’arte intesa come stimolazione dei sensi. Insieme alla stessa Lotus e ad altri marchi di moda, arredamento e pelletteria (Konzepthaus, Leonhard Kurz, Royal Smit & Zoon), ha animato il Phid Hub di via Tortona con una serie di conferenze e iniziative. Lato prodotto, l’attrazione principale esposta in strada è stata la Mix, monovolume elettrica versatile e dal design futuribile, con soluzioni come le portiere ad armadio senza montante centrale e i sedili rotanti. Presentata a Pechino nell’aprile 2024, è un mezzo di collegamento a lungo raggio, connesso digitalmente ma anche pensato per favorire l’interazione tra gli occupanti. Lo stesso concetto, espresso nella mostra allestita in primo piano e intitolata appunto The Art of Connection, ha avuto per protagonista una doppia installazione dinamica rappresentata da due pareti su cui erano proiettate composizioni luminose in grado di reagire al movimento delle mani del visitatore. Intorno ad esse, il modello in scala 1:4 di una concept car realizzata da un gruppo di studenti di design, a metà tra un veicolo spaziale e una monoposto sportiva, accompagnato da alcuni oggetti in scala reale, tra cui il particolare volante dell’auto, uno zaino e un giubbetto impermeabile.

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MAZDA 6E, UN NUOVO ABITO CLASSICO https://autodesignmagazine.com/2025/04/mazda-6e-un-nuovo-abito-classico/ Wed, 23 Apr 2025 12:44:01 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69862 Mazda ci ha abituati a scelte controcorrente, a volte addirittura coraggiose ma comunque sempre coerenti con la sua filosofia e in questa visione rientra senz’altro anche la nuova Mazda 6e, oggetto di un’anteprima romana che fa seguito a quella internazionale del gennaio scorso. Per il suo primo modello elettrico “a lungo raggio”, infatti, [...]

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Mazda ci ha abituati a scelte controcorrente, a volte addirittura coraggiose ma comunque sempre coerenti con la sua filosofia e in questa visione rientra senz’altro anche la nuova Mazda 6e, oggetto di un’anteprima romana che fa seguito a quella internazionale del gennaio scorso. Per il suo primo modello elettrico “a lungo raggio”, infatti, la Casa di Hiroshima non ha puntato su un Suv, scelta che oggi andrebbe per la maggiore anche in questo settore, ma ha colto l’occasione per riportare sulla strada uno dei suoi modelli più amati, la berlina Mazda6.

La Mazda 6e nasce sulla base della Deepal L07, prodotta dai partner cinesi di Changan, ma è stata personalizzata a fondo dal design center della Casa madre nelle linee e in parte nelle forme per assumere i tratti caratteristici del Kodo Design e trasformarsi nel nuovo alto di gamma Mazda.

Mantenendo invariato il passo di 2,90 metri, la carrozzeria è stata sviluppata portando la lunghezza massima dai 4,88 metri originari a oltre 4,90, mantenendo l’elemento pratico del portellone posteriore ma dando un rinnovato slancio alle linee, che spiccano per eleganza e pulizia e per la migliorata efficienza aerodinamica, a cui partecipa anche il disegno dei cerchi. Un po’ berlina sportiva un po’ auto di lusso, la Mazda 6e non trascura dettagli scenografici, anch’essi con una precisa funzione, come le maniglie a scomparsa e lo spoiler posteriore sollevabile.

Ma è dentro che la filosofia Mazda, che ricerca il benessere e l’attenzione artigianale ai dettagli, emerge ancora più chiaramente: l’abitacolo è stato rimodellato ispirandosi al concetto giapponese del Ma, l’utilizzo di spazi vuoti per armonizzare le forme, e si riflette nella plancia e nel tunnel, tracciati come linee rette nello spazio ma separati, appunto, da zone vuote. Un elemento in linea con la tradizione, ma che non trascura l’innovazione, per quella che è stata definita “la Mazda più tecnologica di sempre”.

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LEAPMOTOR C10, AMBIZIONI CONCRETE https://autodesignmagazine.com/2025/04/leapmotor-c10-ambizioni-concrete/ Thu, 17 Apr 2025 17:02:38 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69689 Lanciata alla fine del 2024 nella versione totalmente elettrica e da poco anche in quella ad autonomia estesa, con un motore a benzina che funge da generatore, la Leapmotor C10 è al momento la vera ambasciatrice del marchio cinese sbarcato in Italia e in Europa grazie alla partnership con Stellantis. Se infatti l’altro [...]

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Lanciata alla fine del 2024 nella versione totalmente elettrica e da poco anche in quella ad autonomia estesa, con un motore a benzina che funge da generatore, la Leapmotor C10 è al momento la vera ambasciatrice del marchio cinese sbarcato in Italia e in Europa grazie alla partnership con Stellantis. Se infatti l’altro modello a listino, la citycar elettrica T03, può farlo percepire come un brand popolare, con la C10 il costruttore mette in campo uno stile asciutto ma di livello, che tradisce l’ispirazione agli outsider del mercato premium come Tesla, pur con prezzi di partenza inferiori ai 40 mila euro.

Le forme sono regolari e semplici, senza particolari movimenti sulle fiancate né alle estremità, dove troviamo un disegno “a mascherina”, fanalerie a sviluppo orizzontale unite da un profilo scuro all’anteriore e da un fascione a tutta larghezza al posteriore, poco ingombranti per lasciare intatte le superfici piene e pulite e trasmettere una sensazione di solidità.

Tuttavia, è all’interno che si percepisce meglio la ricerca dello status di lusso tecnologico. La plancia adotta linee orizzontali dritte e ininterrotte, dominata da due display e dalla totale assenza di comandi fisici, escluse le levette al volante e alcuni tasti posizionati sopra di esso. I rivestimenti morbidi e curati spaziano dal tessuto alla pelle ecologica fino alla plastica soft-touch con un interessante effetto satinato. Ampio lo spazio posteriore, garantito da lunghezza e passo generosi (4,74 e 2,83 metri rispettivamente) e da un pavimento piatto, privo di ingombri, che rende la zona posteriore davvero accogliente, oltre che luminosa grazie al grande tetto panoramico.

L’esperienza di guida è rilassante, anche se la ricerca esasperata dell’high tech non sempre va d’accordo con la praticità. Alcuni comandi elementari – come, ad esempio, la regolazione dei retrovisori – devono essere impartiti attraverso il menù del display centrale, in modo meno immediato rispetto alle nostre abitudini.

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JAECOO 7 SHS, COMFORT DI LUNGO CORSO https://autodesignmagazine.com/2025/03/jaecoo-7-shs-comfort-di-lungo-corso/ Mon, 17 Mar 2025 11:21:09 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69247 Il marchio Jaecoo, creato da Chery e arrivato in Europa a braccetto con Omoda, punta a incarnare uno spirito elegante e pratico per affermarsi nel mercato, a metà tra "luxury" e "adventure". Il modello d’esordio, il Suv compatto Jaecoo 7, ha reso bene il concetto, grazie anche a un’ispirazione non troppo velata a [...]

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Il marchio Jaecoo, creato da Chery e arrivato in Europa a braccetto con Omoda, punta a incarnare uno spirito elegante e pratico per affermarsi nel mercato, a metà tra “luxury” e “adventure”. Il modello d’esordio, il Suv compatto Jaecoo 7, ha reso bene il concetto, grazie anche a un’ispirazione non troppo velata a uno dei best seller europei come Land Rover, a cui rende più di un omaggio nello stile esterno. La seconda variante, la ibrida plug-in SHS (Super Hybrid System), sposta l’equilibrio verso una dimensione meno avventurosa e più focalizzata sull’efficienza.

Non è solo teoria, perché la tecnologia a bordo promette autonomie nell’ordine dei 1.200 km e un intelligente sfruttamento della parte elettrica. Per sottolineare questa vocazione, la vettura presenta differenze anche estetiche, soprattutto all’interno: il tunnel centrale è completamente libero dai comandi, mentre il selettore del cambio è stato spostato in una leva dietro al volante e quello per le modalità di marcia nella pulsantiera davanti al bracciolo centrale.

Anche i pannelli delle portiere sono stati ridisegnati: mentre sulle altre versioni superfici e disegno richiamano il mondo off-road, qui assumono un aspetto più urbano e accogliente.

L’approccio high-tech dell’auto si riflette in un minimalismo ispirato all’essenzialità delle Tesla: gli interruttori alzacristalli, privi di indicazioni, funzionano al contrario del solito, mentre molte funzioni, come la regolazione degli specchietti, sono gestite dai comandi al volante, con indicazioni che appaiono sul display centrale da 14,8 pollici. Esternamente, Jaecoo 7 SHS si distingue per il design aerodinamico dei cerchi e per la striscia sulle fiancate, che richiama la grafica interna dei fari, ma poco altro.

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OPEL MOKKA, IL CERCHIO SI CHIUDE  https://autodesignmagazine.com/2025/03/opel-mokka-il-cerchio-si-chiude/ Tue, 04 Mar 2025 10:10:58 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69052 Un modello che è stato capostipite di una rivoluzione importante come l'Opel Mokka difficilmente può venire stravolto da un semplice restyling di metà carriera, imposto più dai ritmi del mercato che da una reale necessità, e infatti è così. L'attuale Mokka, B-SUV agile e accattivante, non è soltanto uno dei modelli di maggior [...]

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Un modello che è stato capostipite di una rivoluzione importante come l’Opel Mokka difficilmente può venire stravolto da un semplice restyling di metà carriera, imposto più dai ritmi del mercato che da una reale necessità, e infatti è così. L’attuale Mokka, B-SUV agile e accattivante, non è soltanto uno dei modelli di maggior successo di Opel, ma anche l’auto che ha inaugurato il nuovo corso stilistico della casa tedesca, poco dopo il suo ingresso in PSA. Risale infatti al 2018 la presentazione della concept car GT X Experimental, con la quale la casa ha illustrato i tratti della sua nuova brand identity, introducendo concetti come “Detox” e “Greenovation”, elementi distintivi come la mascherina “Vizor” e un nuovo significato all’aggettivo “tedesca”.

Novità riversate di lì a poco nella nuova Mokka e, pian piano, estese a tutti gli altri modelli fino alla nuova Grandland, che ha attualizzato quei caratteri alzando il livello di tecnologia, ma senza stravolgimenti. Ora, con il restyling di Mokka, il cerchio si chiude: all’esterno si aggiornano le linee del paraurti, debutta il nuovo logo stilizzato sul Vizor e cambia leggermente la firma luminosa, ora suddivisa in segmenti di LED anche dietro. Poco altro accade a livello di linea, sempre valorizzata dall’opzione del tetto nero che sulla versione GS può essere accompagnato dall’identica finitura del cofano.

Qualche novità in più arriva all’interno: si aggiornano sia il cockpit digitale che il display centrale, entrambi da 10 pollici, con le nuove piattaforme digitali Snapdragon di Qualcomm, e compare l’assistente vocale aggiornato con ChatGPT. La ricerca dell’essenziale si riflette nelle pulsantiere della consolle centrale, ridotte nelle dimensioni e nel numero di comandi per aumentare il senso di pulizia visiva. Totalmente ridisegnato anche il volante, che ora ha una forma schiacciata alle estremità e nuovi tasti. Aggiornata anche la telecamera posteriore, dalla visuale ampliata a 180°. Poche, infine, le differenze tra le diverse varianti di motorizzazione: la Mokka conserva a listino due motori a benzina, di cui uno con cambio automatico, introduce l’ibrido da 136 CV e conferma la variante elettrica con batteria da 54 kWh. Ad eccezione del motore a benzina con cambio manuale, le altre versioni hanno tutte lo stesso comando con selettore annegato nel tunnel centrale.

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BOOK REVIEW | MARCELLO GANDINI, MAESTRO OF DESIGN – REVISITED https://autodesignmagazine.com/2025/02/book-review-marcello-gandini-maestro-of-design-revisited/ Thu, 27 Feb 2025 09:00:58 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68602 Marcello Gandini tutto d’un fiato Il tributo probabilmente più importante reso a Marcello Gandini dopo la sua scomparsa, avvenuta nel marzo del 2024, non arriva attraverso un’opera ampliata ma, al contrario, con una riedizione rivisitata e… condensata. L’esperto giornalista Gautam Sen ha infatti scelto di rimettere mano alla più vasta opera prodotta in [...]

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Marcello Gandini tutto d’un fiato

Il tributo probabilmente più importante reso a Marcello Gandini dopo la sua scomparsa, avvenuta nel marzo del 2024, non arriva attraverso un’opera ampliata ma, al contrario, con una riedizione rivisitata e… condensata. L’esperto giornalista Gautam Sen ha infatti scelto di rimettere mano alla più vasta opera prodotta in onore del grande designer, data alle stampe nel 2016 in due volumi da 400 pagine ciascuno, e riproporla in veste poco più sintetica. Poco, perché si tratta pur sempre di un volume da oltre 600 pagine e con oltre 1.000 tra fotografie e disegni, che rende giustizia alla vastità e all’importanza dell’opera di Gandini.

Marcello Gandini, Maestro of Design - revisited
Marcello Gandini, Maestro of Design - revisited

Per averne un’idea, basta soffermarsi sull’indice: quattro pagine in cui sono elencati i circa 150 capitoli che, dopo una serie di brevi prefazioni, descrivono una a una le vetture, le concept, le motociclette e gli altri veicoli disegnati, sviluppati o anche solo immaginati dal Maestro. Quelle che hanno caratterizzato il lungo periodo trascorso in Bertone iniziano con la proposta per la Porsche 911 Roadster del 1966 e arrivano agli Anni 80 con Citroën BX e Alfa Romeo 90, passando attraverso momenti memorabili come la Lancia Stratos Zero, la Fiat X1/9, la Dino 308 GT4 e naturalmente tutte le Lamborghini di serie e le principali concept dalla Miura alla Diablo. A questo segue il periodo Renault, simboleggiato in particolare dalla Supercinque e dal rivoluzionario trattore stradale AE Magnum, per proseguire con le numerosissime proposte dall’87 al 2011.

Marcello Gandini, Maestro of Design - revisited
Marcello Gandini, Maestro of Design - revisited

A corredo, circa 900 fotografie, di cui 700 a colori, e un centinaio di disegni e bozzetti originali selezionati con particolare attenzione al materiale che alla data della prima pubblicazione, il 2016, risultava in gran parte inedito. Un’ottima occasione per chi si è fatto sfuggire quel primo cofanetto a tiratura limitata che si poteva avere anche in versione autografata dall’autore e dallo stesso Marcello Gandini.

Marcello Gandini, Maestro of Design - revisited

Anteprima volume sfogliabile qui.

La scheda
Marcello Gandini, Maestro of Design – Revisited
Editore: Dalton Watson Fine Book
Autore: Gautam Sen
Formato: volume rilegato da 22 x 31 x 4 cm con copertina rigida
Pagine: 624
Testo: inglese
Fotografie: 700 a colori e 200 in b/n
Prezzo al pubblico: 170 euro

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CITROËN C3 AIRCROSS: DESIGN DECISO, SEMPLICITÀ AUTENTICA https://autodesignmagazine.com/2025/02/citroen-c3-aircross-design-deciso-semplicita-autentica/ Tue, 18 Feb 2025 09:51:53 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68795 Chi ha detto che il design di un prodotto accessibile debba apparire "rinunciatario"? Citroën, da sempre sinonimo di originalità e innovazione, dimostra il contrario con la C3 Aircross, ultima novità a listino, vettura che mantiene un'identità forte e distintiva. Con 4,4 metri di lunghezza e la possibilità di avere sette posti (nelle versioni [...]

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Chi ha detto che il design di un prodotto accessibile debba apparire “rinunciatario”? Citroën, da sempre sinonimo di originalità e innovazione, dimostra il contrario con la C3 Aircross, ultima novità a listino, vettura che mantiene un’identità forte e distintiva. Con 4,4 metri di lunghezza e la possibilità di avere sette posti (nelle versioni non elettriche), la C3 Aircross condivide la base con la Opel Frontera, ma ne differisce nel carattere. Il frontale riprende stilemi dalla concept Oli, con il nuovo logo stilizzato, fari a “C” a Led e una mascherina verticale decorata con un profilo satinato per accentuare l’effetto Suv.

Citroën C3 Aircross

E proprio così la definisce Boris Reinmöller, responsabile del design di questo modello, che sottolinea la maggiore solidità delle linee rispetto alle forme più tondeggianti della precedente C3 Aircross, oltre alla maggiore altezza da terra, ben 20 cm. Un dato favorito dalla piattaforma Smart Car, sviluppata per modelli globali destinati anche ai mercati emergenti. Infatti, pur con un design leggermente differente, la C3 Aircross è già in vendita da oltre un anno in Sudamerica e India.

Citroën C3 Aircross
Citroën C3 Aircross

La fiancata, apparentemente semplice, è valorizzata dai giochi di luce sulla carrozzeria, soprattutto nelle colorazioni più chiare o brillanti. Al posteriore domina la pulizia delle linee: il portellone ha un design monoblocco senza i profili orizzontali della Frontera, che invece si staccano dai gruppi ottici per enfatizzare l’orizzontalità. Qui, al contrario, i fanali restano compatti ed essenziali.

Citroën C3 Aircross

Negli interni la semplicità è ancora il filo conduttore. Se la Frontera adotta un ampio doppio display, la C3 Aircross opta per uno schermo centrale (dal livello You Pack Plus in su) e il Citroën Head-Up Display, un piccolo schermo digitale integrato nella plancia. Questa presenta una sezione centrale rivestita in tessuto, che richiama le finiture di cornici e braccioli delle portiere. Le plastiche rigide sono ben integrate, mentre le bocchette di ventilazione hanno una finitura elegante.

Citroën C3 Aircross
Citroën C3 Aircross
Citroën C3 Aircross

Con la C3 Aircross, Citroën ha rilanciato anche le compatte C4 e C4X, che beneficiano soprattutto di un aggiornamento del frontale con un nuovo disegno dei fari e una mascherina allineata allo stile rinnovato del marchio.

Citroën C3 Aircross

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BOOK REVIEW | PORSCHE, 75 VETTURE CHE HANNO FATTO LA STORIA https://autodesignmagazine.com/2025/02/book-review-porsche-75-vetture-che-hanno-fatto-la-storia/ Thu, 13 Feb 2025 09:00:00 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68596 Una Porsche per ogni anno di Porsche Settantacinque vetture sembrano davvero tantissime per un costruttore “specializzato” come Porsche, eppure, a ben guardare, con una storia che ormai ha raggiunto i tre quarti di secolo, sarebbero di fatto una all’anno. Non che questo abbia reso facile il compito del giornalista e storico dell’auto Alvise [...]

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Una Porsche per ogni anno di Porsche

Settantacinque vetture sembrano davvero tantissime per un costruttore “specializzato” come Porsche, eppure, a ben guardare, con una storia che ormai ha raggiunto i tre quarti di secolo, sarebbero di fatto una all’anno. Non che questo abbia reso facile il compito del giornalista e storico dell’auto Alvise Marco Seno, che si è preso l’onere di scegliere una ad una le auto più rappresentative di questo lungo periodo.

Nella rassegna, estesa e dettagliata, sono citati tutti i principali modelli, dalla leggendaria 356 n°1 a motore centrale alla Taycan elettrica. Per i più importanti sono presenti tutte le principali generazioni ed evoluzioni della 356 e della 911, le varie serie delle 924/944/968, le grandi GT come la 928, le Boxster e Cayman, i Suv e le berline del nuovo millennio, oltre a molte vetture speciali.

Porsche, 75 vetture che hanno fatto la storia
Porsche, 75 vetture che hanno fatto la storia

A metà tra la cronistoria e il catalogo ragionato, questo volume propone anche uno sguardo sull’evoluzione dello stile del marchio e dei singoli modelli, presentati con brevi schede tecniche e con qualche disegno originale in mezzo alle quasi 500 foto a colori e alle oltre 70 in bianco e nero.

I modelli rappresentati sono tutti stradali, anche se non mancano immagini e riferimenti ai loro derivati da competizione o a supercar che sono in realtà esse stesse vetture da competizione portate su strada, come la 917 e le varie GT2, GT3 e RS, spesso significative anche per le soluzioni di design.

Porsche, 75 vetture che hanno fatto la storia
Porsche, 75 vetture che hanno fatto la storia

Assenti, invece, le concept car, ad eccezione della Mission X del 2023, presentata da Porsche a celebrazione dell’anniversario e inclusa quale vero e proprio manifesto del futuro del marchio tedesco, più o meno nello stesso periodo in cui il libro è stato dato alle stampe.

Più informazioni qui.

La scheda
Porsche 75 – Settantacinque vetture che hanno fatto la storia
Editore: Giorgio Nada
Autore: Alvise Marco Seno
Formato: volume rilegato da 26 x 28,5 x 3 cm con copertina rigida
Pagine: 288
Testo: italiano
Fotografie: 489 a colori e 73 in b/n
Prezzo al pubblico: 60 euro

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BOOK REVIEW | 46: THE BIRTH OF PORSCHE MOTORSPORT, LA LEGGENDA SCENDE IN PISTA https://autodesignmagazine.com/2025/01/book-review-46-the-birth-of-porsche-motorsport-la-leggenda-scende-in-pista/ Fri, 31 Jan 2025 11:04:54 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68567 Quarantasei, cinquantuno, sessantatré: dietro a questi tre numeri ci sono le “coordinate” del debutto ufficiale di Porsche nelle competizioni, l’inizio di un’avventura fatta di successi, vittorie e record conquistati in quasi tutte le discipline automobilistiche. Alla protagonista di quello storico momento, una 356 arrivata prima nella propria categoria, quella delle vetture sport fino [...]

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Quarantasei, cinquantuno, sessantatré: dietro a questi tre numeri ci sono le “coordinate” del debutto ufficiale di Porsche nelle competizioni, l’inizio di un’avventura fatta di successi, vittorie e record conquistati in quasi tutte le discipline automobilistiche. Alla protagonista di quello storico momento, una 356 arrivata prima nella propria categoria, quella delle vetture sport fino a 1,1 litri, all’edizione 1951 della 24 Ore di Le Mans, è dedicato il volume “46: The Birth of Porsche Motorsport” edito da Dalton Watson e firmato da un insieme di esperti, storici e fotografi. La cifra richiamata nel titolo è il numero di gara, le altre due indicano rispettivamente l’anno e il numero di telaio di quell’esemplare, capace di mettersi in luce anche al rally Liegi-Roma-Liegi e alla coppa del Salone di Monthléry prima di salpare per l’America da cui ha fatto ritorno soltanto pochi anni fa per prendere, dopo un accurato restauro, il suo posto al museo Porsche.

46: The Birth of Porsche Motorsport
46: The Birth of Porsche Motorsport
46: The Birth of Porsche Motorsport

Le 336 pagine del volume intendono celebrare non soltanto la storia di questa vettura, ma anche il suo contributo nel dare avvio all’epopea sportiva di Porsche e nell’indirizzare il design delle auto per le gare di durata. Grande cura è infatti stata impiegata per renderla più efficace nell’aerodinamica, sostituendo alcune finestrature con feritoie e carenando anche i vani ruote. Alla concezione, costruzione e messa a punto dell’auto sono dedicati tre dei primi cinque capitoli, che si concludono con la cronaca delle gare, mentre la seconda parte si sviluppa attraverso i tre che ripercorrono l’esperienza americana. Ritrovamento, restauro e ritorno sulla scena sono invece trattati nei cinque capitoli finali seguiti da ulteriori 36 pagine di appendici con bibliografia e riferimenti delle oltre 500 fotografie contenute nell’opera, in parte inedite come molti dei documenti originali citati e riprodotti.

46: The Birth of Porsche Motorsport
46: The Birth of Porsche Motorsport
46: The Birth of Porsche Motorsport

Anteprima volume sfogliabile qui.

La scheda

Forty Six: The Birth of Porsche Motorsport
Editore: Dalton Watson Fine Book
Autore: Randy Leffingwell, Doug Nye, Sean Cridland
Formato: volume rilegato da 29 x 25,4 x 3,1 cm con copertina rigida
Pagine: 336
Testo: inglese
Fotografie: 500 a colori e in b/n
Prezzo al pubblico: 155 euro

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BOOK REVIEW | IMAGINE TOO! – TOWARDS THE FUTURE, L’ARTE DI SOGNARE L’AUTO https://autodesignmagazine.com/2024/12/book-review-imagine-too-towards-the-future-larte-di-sognare-lauto/ Mon, 16 Dec 2024 08:30:00 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68066 Per dare spazio a un tema vasto e affascinante come quello che unisce car design e arte figurativa non basterebbero un milione di pagine, anche se ci si limitasse, si fa per dire, alla scuola statunitense: per questo, le 324 del primo volume “Imagine!” realizzato qualche anno fa dal californiano Patrick G. Kelley, [...]

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Per dare spazio a un tema vasto e affascinante come quello che unisce car design e arte figurativa non basterebbero un milione di pagine, anche se ci si limitasse, si fa per dire, alla scuola statunitense: per questo, le 324 del primo volume “Imagine!” realizzato qualche anno fa dal californiano Patrick G. Kelley, doveva per forza avere almeno un seguito. La nuova opera, ancor più ponderosa con le sue 456 pagine, si intitola “Imagine too! – Towards the future” e riprende lo stesso periodo, quello che va dagli Anni 30, in cui il design automobilistico è letteralmente esploso, fino ai primi decenni postbellici, incredibilmente prolifici in fatto di concept car e sempre di grande suggestione e ispirazione per artisti e designer di ogni epoca.

Book review - Imagine Too!
Book review - Imagine Too!

Nel volume, impreziosito dalla prefazione di Ed Welburn, Vice President of Global Design di General Motors, sono raccolte più di 700 immagini, di cui oltre 600 totalmente inedite che ritraggono le opere di una sessantina di artisti, precedute da un doveroso excursus di circa 50 pagine sulle più belle e famose concept car americane del periodo. In quelle seguenti si trovano ben 130 veicoli immaginati rappresentati dalle tavole e dalle opere degli artisti, tra i quali un buon numero mai mostrati prima, cosa che fa di questa pubblicazione un altro preziosissimo scrigno ricolmo di autentici tesori nascosti. Non mancano, accanto a proiezioni bizzarre e fantasiose sui veicoli del futuro, progetti più razionali e contributi di università e scuole di design. L’opera si chiude con una bella collezione fotografica di maquette, sculture, giocattoli e modellini in scala, commerciali e artigianali, portachiavi e memorabilia varie.

Book review - Imagine Too!

Anteprima volume sfogliabile qui.

La scheda
“Imagine too! – Towards the future”
Editore: Dalton Watson Fine Book
Autore: Patrick G. Kelley
Formato: volume rilegato da 21,9 x 29 x 3,5 cm con copertina rigida
Pagine: 456
Testo: inglese
Fotografie: 710 a colori e in b/n
Prezzo al pubblico: 150 euro

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