Edoardo Nastri, Autore a Auto&Design https://autodesignmagazine.com/author/edoardonastri/ Auto & Design Magazine Tue, 29 Apr 2025 14:53:29 +0000 it-IT hourly 1 FERRARI 296 SPECIALE, LO STILE DELLA LEGGEREZZA https://autodesignmagazine.com/2025/04/ferrari-296-speciale-lo-stile-della-leggerezza/ Tue, 29 Apr 2025 12:30:14 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69920 «Descriverla in una parola? Impossibile. In tre? Ci posso provare: muscolosa, leggera e cattiva». Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari, racconta l’ultima creatura che ha preso forme dalle matite del Centro Stile di Maranello. Si chiama 296 Speciale ed è la variante più esclusiva e potente della 296 GTB presentata nel 2021. [...]

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«Descriverla in una parola? Impossibile. In tre? Ci posso provare: muscolosa, leggera e cattiva». Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari, racconta l’ultima creatura che ha preso forme dalle matite del Centro Stile di Maranello. Si chiama 296 Speciale ed è la variante più esclusiva e potente della 296 GTB presentata nel 2021. «Più che di variante parlerei di modello completamente nuovo. Gli interventi estetici sono stati importanti e decisi, figli del nuovo corso stilistico che abbiamo inaugurato prima con la 12Cilindri e poi con la F80», spiega Manzoni. «L’obiettivo è sempre lo stesso: regalare forme uniche a una vettura che ha le prestazioni nel sangue».

Per andare più veloce il 3.0 V6 ibrido della 296 Speciale (disponibile anche nella variante spider Speciale A) è arrivato a 880 cavalli di potenza (+50 cavalli rispetto alla 296 GTB), ma, soprattutto è stato fatto un grande lavoro di alleggerimento generale utilizzando materiali super prestazionali come alluminio e (tanta) fibra di carbonio. Il frontale della vettura chiarisce subito la forte carica sportiva ed espressiva del modello grazie al cofano è più scavato, mentre la parte bassa è caratterizzata da uno splitter sospeso, elemento alare in tinta carrozzeria che allarga visivamente la base del frontale. «La bocca è imponente: sembra quasi quella di un catamarano», dice Manzoni. Anche nella parte posteriore si percepisce l’influenza del mondo delle competizioni, in particolare della 296 Challenge, mentre il fianco è un chiaro omaggio alla mitica 250 LM. «Dietro l’elemento più caratteristico è rappresentato dalle due inedite ali a sbalzo che fanno da cornice allo specchio di poppa, rimanendo ancorate all’estremità della coda», continua Carlo Palazzani, capo del design degli esterni.

L’azione del centro stile per operare una importante cura dimagrante è arrivata anche negli interni: «Qui abbiamo adottato diversi materiali per consentire il raggiungimento del minor peso possibile. Dei 60 kg risparmiati sul modello 1/3 deriva proprio dagli interni – spiega Nicola Bevilacqua, capo del design degli interni –. Un esempio? 10 chili in meno arrivano proprio dall’utilizzo dei nuovi sedili, mentre i tappetini sono in alluminio e il panello porta, nella sua interezza è in carbonio. Inoltre abbiamo sostituito la pelle con l’Alcantara, più leggera e performante quando si parla di guida ad alte prestazioni».

Per una maggiore ergonomia sono tornati i comandi a sfioramento sul volante, abbandonando l’impostazione “tutto touch”: «Dopo diverse prove crediamo che sia una giusta via di mezzo – continua Manzoni –. Ci siamo anche confrontati con i clienti per capire ciò di cui avessero bisogno anche nella guida di tutti i giorni. Questo vale per qualsiasi modello Ferrari perché fa parte della nostra missione. Dobbiamo rendere la vita semplice ai nostri clienti e cercare di dare risposte e soluzioni. Sposo in pieno ciò che diceva il grande scultore Brancusi: “La semplicità è una complessità risolta”».

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DACIA BIGSTER, ROBUSTEZZA E STILE https://autodesignmagazine.com/2025/03/dacia-bigster-robustezza-e-stile/ Thu, 27 Mar 2025 19:57:45 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=69293 Si chiama Bigster e segna l’ingresso di Dacia in un nuovo segmento finora inesplorato da quando il costruttore del gruppo Renault ha cambiato look grazie a un design più efficace e votato all’avventura. Nelle linee e nei contenuti il modello di serie è rimasto fedele alla Bigster Concept del 2021, come racconta David [...]

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Si chiama Bigster e segna l’ingresso di Dacia in un nuovo segmento finora inesplorato da quando il costruttore del gruppo Renault ha cambiato look grazie a un design più efficace e votato all’avventura. Nelle linee e nei contenuti il modello di serie è rimasto fedele alla Bigster Concept del 2021, come racconta David Durand, vicepresidente del design Dacia: «Con Bigster abbiamo realizzato le intenzioni espresse nel Bigster Concept. Bigster è la massima espressione dei valori di Dacia ed è ora il veicolo di punta del nostro marchio». I volumi del Suv sono squadrati, pronunciati e robusti. Una concretezza che abbiamo ritrovato anche guidando la vettura in versione full hybrid da 155 cavalli sulle strade della Provenza, in Francia.

Il design di Bigster mette in evidenza il suo stile robusto e la capacità di supportare i clienti nelle loro attività lavorative, ricreative e familiari. Le dimensioni generose (l’auto è lunga 4,6 metri, larga 1,81 e alta 1,71) sono accentuate da forme geometriche tese e da volumi le cui linee semplici vanno dritte all’essenziale. I grandi parafanghi e la posizione dei fari e della fanaleria all’estremità della carrozzeria contribuiscono a rafforzare un’immagine piuttosto assertiva. Un’ulteriore novità opera del reparto di Color&Trim è la colorazione inedita: per la Bigster i creativi hanno sviluppato l’Indigo Blu che, secondo quanto dichiarato, conferisce un tocco elegante e sobrio alla vettura.

Fin dall’inizio della sua progettazione i designer avevano pensato a forme decise e a un look che riprendesse quello della sorella minore Duster. La proposta scelta per iniziare il progetto è stata quella di Sebastian Mihai Stoianov, oggi Senior Exterior Designer di Dacia: «Sono orgoglioso che il modello che vediamo in strada sia così vicino a ciò che avevo immaginato e messo su carta come idea – dice il designer -. L’aspetto più importante, dal punto di vista estetico, è che un Suv abbia un carattere forte, quindi le linee pronunciate e la postura robusta del Bigster riflettono potenza e raffinatezza». I progettisti hanno anche posto attenzione alla sostenibilità. La protezione che corre lungo tutta la carrozzeria sulle fiancate, sui passaruota e sulla parte inferiore dei paraurti è realizzata in Starkle, un materiale plastico non trattato e non verniciato.

«Negli interni abbiamo voluto sottolineare uno dei principali punti di forza di Bigster: l’eccezionale spazio. Abbiamo puntato sulla semplicità, con linee geometriche che riprendono quelle dell’esterno, offrendo al contempo la qualità che si aspettano i clienti del segmento C», spiega Durand. Per accrescere ulteriormente lo spazio a bordo il cruscotto è snello, mentre strumentazione e infotainment sono trasmessi da due display da 10 pollici. I creativi hanno giocato conforme e colori degli interni trattando le plastiche più dure con piacevoli motivi grafici e personalizzando alcuni componenti: le bocchette d’areazione hanno la stessa firma stilistica dei proiettori grazie al colore a contrasto di alcuni elementi.

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MAZDA 6e, STILE DA HATCHBACK E CUORE SPORTIVO https://autodesignmagazine.com/2025/01/mazda-6e-stile-da-hatchback-e-cuore-sportivo/ Fri, 10 Jan 2025 08:00:46 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68373 Cambiano i modelli, resta lo stile. Il costruttore giapponese ha presentato la Mazda 6e, una hatchback elettrica che sostituisce la berlina 6 le cui tre generazioni sono rimaste sul mercato per 23 anni. Sviluppata in collaborazione con Changan, la Mazda 6e è stata disegnata ricercando quell’anima sportiva che è parte del brand senza, [...]

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Cambiano i modelli, resta lo stile. Il costruttore giapponese ha presentato la Mazda 6e, una hatchback elettrica che sostituisce la berlina 6 le cui tre generazioni sono rimaste sul mercato per 23 anni. Sviluppata in collaborazione con Changan, la Mazda 6e è stata disegnata ricercando quell’anima sportiva che è parte del brand senza, tuttavia, rinunciare al comfort. «Abbiamo seguito il concetto di Authentic Modern, dove, appunto forme consistenti si accostano a linee moderne e ben definite», spiega Jo Stenuit, capo del design di Mazda Europe.

Il cofano posteriore appena accennato e le forme eleganti da berlina la fanno assomigliare a una tipica sedan, nascondendone la vera identità da hatchback con un grande portellone, a tutto vantaggio del vano di carico. Inoltre, a integrare la capacità di 330 litri del bagagliaio c’è un pratico vano da 70 litri che può contenere un ulteriore bagaglio o il cavo di ricarica. Due linee parallele corrono lungo le finacate della vettura, aumentandone il dinamismo, mentre la parte bassa delle portiere è ispirata allo spruzzo prodotto da un motoscafo che sfreccia sull’acqua. «Volevamo che sembrasse in movimento anche da ferma», spiega Stenuit.

Gli spigoli vivi degli elementi del frontale contrastano con le forme rotonde della parte posteriore, che comprendono quattro distinti elementi cilindrici, punteggiando la barra orizzontale dei fanali posteriori e rendendo omaggio al patrimonio stilistico del marchio. Invece lo spoiler posteriore, retraibile elettricamente ed automaticamente in base alla velocità, non solo aggiunge un ulteriore tocco atletico, ma migliora anche la stabilità su strada. Particolare attenzione è stata posta all’aerodinamica con soluzioni come le maniglie a filo con la carrozzeria o i cerchi in lega a bassa resistenza.

Per l’abitacolo i progettisti si sono ispirati al concetto di Ma, filosofia giapponese che attribuisce particolare importanza allo spazio vuoto tra le cose e alla creazione di un’atmosfera equilibrata e serena sia per il corpo che per la mente. Il sottile elemento di design orizzontale che corre lungo l’intera plancia gli conferisce un aspetto “fluttuante”, dando leggerezza visiva a tutto l’abitacolo. La prominente console trasmette nel contempo un senso di sicurezza, migliorando contestualmente la capacità di concentrazione del conducente. Spariti quasi tutti i pulsanti fisici, sostituiti da un grande display al centro della plancia e dalla strumentazione digitale.

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FERRARI F80, AVANGUARDIA IN MOVIMENTO https://autodesignmagazine.com/2025/01/ferrari-f80-avanguardia-in-movimento/ Tue, 07 Jan 2025 05:59:22 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=68224 Quattro anni sembrano pochi per disegnare un’auto immortale, ma quando le matite sono quelle di Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari, e del suo team allora tutto diventa possibile. La responsabilità degli esterni è stata affidata a Carlo Palazzani (Head of Exterior Design Sports Cars), mentre lo sviluppo degli interni è stato [...]

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Quattro anni sembrano pochi per disegnare un’auto immortale, ma quando le matite sono quelle di Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari, e del suo team allora tutto diventa possibile. La responsabilità degli esterni è stata affidata a Carlo Palazzani (Head of Exterior Design Sports Cars), mentre lo sviluppo degli interni è stato condotto da Angelo Nivola (Head of Interior Design Sports Cars). La Ferrari F80 esprime al meglio il concetto di polivalenza: è, insieme, un’auto, un prodotto super tecnologico e un oggetto di culto per gli appassionati che in tutto il mondo guardano al Cavallino come riferimento. «Credo sia una delle Ferrari che meglio esprimono il concetto di forma che abbraccia la funzione: qui non c’è stile, ma tutto ciò che è funzionale ricerca la bellezza», spiega Flavio Manzoni.

Ferrari F80

Aeronautica avanguardista
«Questa volta siamo andati oltre: abbiamo soverchiato i nostri codici e creato qualcosa di unico che superasse i canoni estetici tipici delle vetture e si riferisse al futurismo, alla velocità, all’eleganza. Per consentire questo passaggio ci siamo allontanati dai classici tratti umani per avvicinarci a quelli dell’aeronautica più avanguardista».
Insomma, difficile non rimanere impressionati da questa vettura anche solo per il peso dell’eredità che raccoglie.

Ferrari F80

Aerodinamica e leggerezza
Al centro del progetto la leggerezza e l’aerodinamica per trasformare i flussi d’aria in pesi che schiacciano a terra la Rossa quando sfreccia a 350 all’ora. Per ciascun comparto sono stati utilizzati materiali diversi: cellula e tetto sono in fibra di carbonio e materiali compositi, mentre i sottotelai anteriore e posteriore sono in alluminio e fissati con viti in titanio. La scocca è in fibra di carbonio, mentre il cofano è caratterizzato da un S-Duct, elemento fisso che integra i due parafanghi anteriori. Il gioco tra il materiale composito scuro e il colore della carrozzeria esalta le forme e alleggerisce visivamente la parte inferiore donando al modello vitalità anche quando è fermo.

Ferrari F80

Frontale meno romantico ma più sofisticato
Il frontale riprende l’impostazione del visore nero che contiene i fari inaugurata dalla 12Cilindri: «È un tratto caratteristico dei nostri nuovi modelli – spiega Manzoni –. Volevamo evitare il tipico effetto antropomorfo per il quale i fari sembrano occhi, la griglia una bocca. L’effetto forse è meno romantico ma più sofisticato e il risultato è più moderno, futuristico e semplice».

Ferrari F80

Scultura in movimento
Un’unica linea tesa attraversa il fianco cingendo i vetri e arriva dritta al posteriore caratterizzato da una coda tronca sormontata da uno spoiler. Due le configurazioni possibili: nella prima l’ala è chiusa, quasi appoggiata sulla coda, nella seconda è sollevata. «Abbiamo deciso di non adottare l’ala fissa, come sulle F40 o F50. Credo che il risultato sia molto elegante, non troppo esagerato». L’apertura laterale in stile NACA, citazione della F40, definisce uno dei temi di stile più originali della fiancata.

Ferrari F80

Una monoposto per due
Per gli interni il team di design era partito con un’idea estrema. «Volevamo una monoposto per il suo stile unico e doti tecniche davvero speciali. Le ragioni commerciali però ci hanno fermato. Come ottenere, quindi, una monoposto a due posti?», sorride Manzoni, mentre indica l’abitacolo. «Il miracolo è avvenuto sfalsando i due sedili: abbiamo risparmiato 50 millimetri in larghezza riducendo la sezione frontale». Due posti, ma il pilota resta protagonista: il cockpit si sviluppa intorno al guidatore e così i comandi presenti nell’abitacolo sono orientati verso chi è al volante.

(Articolo completo su A&D n. 270)

Ferrari F80

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FORD RS2.00, CELEBRARE LA LEGGENDA (GALLERY) https://autodesignmagazine.com/2024/12/ford-rs2-00-celebrare-la-leggenda-gallery/ Fri, 06 Dec 2024 09:35:29 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=67968 A volte i progetti più appassionanti nascono unendo la pura passione alla voglia di celebrare la leggenda. Ecco spiegata la genesi della Ford RS2.00. Tutto è nato quando il team di design europeo del costruttore americano ha deciso di celebrare il 40esimo anniversario della RS200 del 1984, un’auto mitica, leggenda dei Rally di [...]

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A volte i progetti più appassionanti nascono unendo la pura passione alla voglia di celebrare la leggenda. Ecco spiegata la genesi della Ford RS2.00. Tutto è nato quando il team di design europeo del costruttore americano ha deciso di celebrare il 40esimo anniversario della RS200 del 1984, un’auto mitica, leggenda dei Rally di Gruppo B degli Anni 80. La rievocazione della vettura in chiave digitale ha voluto sottolineare la passione dei designer di Ford of Europe per le auto sportive e i videogiochi.

Per la RS2.00 il processo creativo, infatti, è stato anticonvenzionale. Amko Leenarts, capo del design di Ford Europe, ha incontrato l’autore Steve Saxty in occasione della preparazione di un libro sui progetti segreti del brand ed entrambi hanno deciso di concludere il testo con un esercizio stilistico che celebrasse la RS200 del 1984. Il lavoro si è concluso con una serie di sketch, ma entrambi hanno sentito che si sarebbe potuto fare di più.

Così, un gruppo di designer di Ford Europe ha deciso di portare avanti il progetto segretamente, creando nuovi bozzetti e sviluppando un modello virtuale in 3D della vettura. Tutto questo durante il loro tempo libero, in vero stile “Skunkworks”. E quando Leenarts ha scoperto che il suo team stava lavorando in segreto alla RS2.00 ha deciso di sostenerlo e portarlo avanti. Il team di progettazione ha lavorato in modo unico e collaborativo, con volontari che si sono aggiunti nel tempo. Inoltre, tutte le decisioni sono state prese dagli stessi designer, assicurando che il prodotto finale fosse davvero il risultato della loro visione e creatività collettiva. Un approccio che ha permesso loro di sperimentare nuovi strumenti e software, mantenere l’agilità e promuovere idee inaspettate.

I progettisti hanno utilizzato anche metodi tradizionali come il clay e la modellazione dell’argilla per garantire che la RS2.00 rimanesse una macchina accattivante e con dimensioni compatte. Il tema generale che ha ispirato la vettura si rifà ai principi del “Friendly Monster” rispettando il mandato originale dato da Ford a Ghia per la produzione della RS200 dell’84 in cui l’auto non doveva apparire come un modello da corsa. L’estetica, quindi, è quasi giocosa, in linea con le ultime vetture Ford, pur essendo una vettura ad alte prestazioni e agilissima.

Tra gli aspetti chiave c’è l’anteriore trasparente della vettura che crea un collegamento visivo interno-esterno senza precedenti. Questa caratteristica deriva direttamente dalla natura di gioco dell’auto, che mira a condividere la sensazione di velocità con il giocatore/pilota. Infine, il design degli interni si ispira direttamente ai dispositivi di simulazione di corse, con la maggior parte degli elementi organizzata attorno a un componente strutturale visibile dall’esterno. I sedili sono costituiti da pezzi flessibili che si adattano alle forme del corpo degli occupanti e utilizzano i sistemi di fissaggio per simulare diversi livelli di sensazioni di guida, filtrando o enfatizzando i movimenti dell’auto. Il piantone dello sterzo? È il cuore della vettura e ospita tutte le impostazioni che il pilota può personalizzare a sua scelta.

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KIA EV9 E PV5, PRONTE PER L’AVVENTURA https://autodesignmagazine.com/2024/11/kia-ev-e-pv5-pronte-per-lavventura/ Tue, 12 Nov 2024 10:01:00 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=67595 Due concept car, un trend in crescita. Kia ha svelato al Sema di Las Vegas, tradizionale kermesse dei veicoli più estremi del pianeta, due interpretazioni di veicoli pensati per il tempo libero all’avventura: «EV9 “ADVNTR” e PV5 “WKNDR” raccontano un fenomeno in sviluppo già da diverso tempo ma che è esploso dopo il [...]

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Due concept car, un trend in crescita. Kia ha svelato al Sema di Las Vegas, tradizionale kermesse dei veicoli più estremi del pianeta, due interpretazioni di veicoli pensati per il tempo libero all’avventura: «EV9 “ADVNTR” e PV5 “WKNDR” raccontano un fenomeno in sviluppo già da diverso tempo ma che è esploso dopo il Covid: le persone vogliono sempre più vivere la natura con i propri veicoli. È un trend molto forte in Asia e Stati Uniti, ma sta crescendo anche in Europa», dice Andre Franco Luis, Future Design Manager di Kia. «Con questi due veicoli li abbiamo accontentati: hanno tutti gli equipaggiamenti per esplorare il mondo e sono elettrici per un impatto zero sulla natura». Progettati dai designer del Kia Design Center America (KDCA), i concept immaginano un futuro in cui i veicoli offriranno il massimo in termini di capacità, adattabilità, utilità e organizzazione, il tutto con un occhio alla sostenibilità.

La EV9 ADVNTR è una variante molto speciale del Suv elettrico a sette posti svelato da Kia nel 2023. «Credo che sia il Suv più avventuroso che Kia abbia mai immaginato. Il livello di personalizzazione è molto alto», spiega Luis. «Anteriore e posteriori sono completamente personalizzati e abbiamo dotato il veicolo di pannelli paraurti rinforzati per una maggiore capacità di sopportare balzi ed eventuali urti». Il Suv è anche più alto di tre pollici rispetto alla versione di serie e ha pneumatici tassellati e robusti per affrontare i terreni più accidentati. Il tetto può ospitare diversi equipaggiamenti: «Dai portapacchi fino alle tende: c’è spazio per tutto: è un veicolo che si può sfruttare al massimo».

Dotato di un interno modulare altamente flessibile e adattabile, il PV5 è un coltellino svizzero su ruote. La funzione “Gear Head” fornisce uno spazio di stoccaggio riparato per l’attrezzatura quando il veicolo è fermo: «Così quando si è fermi l’abitacolo è libero e tutto ciò che c’era dentro si può riporre in sicurezza». Il “Gear Head” può anche trasformarsi in una dispensa mobile per gli appassionati di cucina che desiderano “cucinare con vista”. All’energia pensano i pannelli solari e le esclusive ruote a turbina idraulica che possono ricaricare le batterie. Infiniti gli equipaggiamenti. Il più utile? Il compressore per regolare la pressione degli pneumatici o gonfiare materassini quando ci si accampa per la notte.

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VOLVO EX90 E XC90, LE GEMELLE DIVERSE https://autodesignmagazine.com/2024/10/volvo-ex90-e-xc90-le-gemelle-diverse/ Wed, 23 Oct 2024 10:27:25 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=67310 Due facce di una stessa medaglia. Osservando le nuove Volvo EX90 e XC90 si capisce subito che appartengono alla stessa famiglia stilistica. Nonostante la stretta parentela, i designer hanno tuttavia saputo marcare alcune differenze, la maggior parte delle quali strettamente collegate alla natura del sistema propulsivo dei modelli: la EX90 è 100% elettrica, [...]

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Due facce di una stessa medaglia. Osservando le nuove Volvo EX90 e XC90 si capisce subito che appartengono alla stessa famiglia stilistica. Nonostante la stretta parentela, i designer hanno tuttavia saputo marcare alcune differenze, la maggior parte delle quali strettamente collegate alla natura del sistema propulsivo dei modelli: la EX90 è 100% elettrica, la XC90 è ibrida.

IL FRONTALE

Il faccia a faccia tra i due modelli inizia dal frontale. La propulsione elettrica della EX90 ha permesso ai designer di realizzare un muso pieno senza la necessità di aperture per consentire l’ingresso di aria utile al raffreddamento del motore. Di contro, la XC90 mostra un frontale più tradizionale con una griglia che al centro contiene il logo Volvo. Il risultato finale offre alla EX90 una maggiore pulizia formale.

IL POSTERIORE

Il posteriore dei due modelli mostra diverse differenze. Sulla EX90 è evidente la volontà dei designer di richiamare l’impostazione stilistica inaugurata dalla EX30, la piccola elettrica: «La parte più bassa della coda ospita fanali a forma di C posizionati a specchio. Poi, durante i clinic test, ci siamo accorti che sarebbe stato sbagliato eliminare le luci verticali, un simbolo Volvo. L’idea è stata quella di portarli nel futuro, con una serie di piccoli segmenti luminosi orizzontali che, uno sull’altro, disegnano il fanale verticale», spiega Örjan Sterner, Senior Design Manager Exterior di Volvo. La XC90, di contro, ha mantenuto una impostazione più tradizionale con i fanali verticali diventati ormai una delle identità stilistiche del costruttore svedese.

I FARI

Il sistema dei proiettori sviluppato per la EX90 è particolarmente innovativo. L’impostazione della firma luminosa a martello di Thor è rimasta, ma ora quando si attivano abbaglianti e anabbaglianti i proiettori di aprono letteralmente e lasciano spazio ai Matrix Led. Per la XC90, invece, è rimasta la soluzione classica, mentre è stata aggiornata la firma luminosa diurna: ora è più sottile e moderna.

I SENSORI

Secondo quanto dichiarato dal costruttore svedese, la EX90 è la Volvo più tecnologica mai costruita fino a oggi. Il modello conta decine di sensori che gli stilisti hanno sapientemente celato dietro a paraurti e forme. Tutti tranne uno: il LiDAR campeggia al centro del tetto, sopra il parabrezza. La XC90 ne è sprovvista e la sua linea generale risulta, così, più pulita.

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FERRARI F80, L’UFO SU RUOTE https://autodesignmagazine.com/2024/10/ferrari-f80-lufo-volante/ Thu, 17 Oct 2024 12:00:30 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=67233 Non si vede tutti i giorni una scultura in grado di viaggiare a 350 all'ora. Ma quando dietro ci sono la mano di Flavio Manzoni e le matite del suo team abbiamo ormai imparato che tutto è possibile. «Con la Ferrari F80 abbiamo voluto soverchiare tutti i codici. Andare oltre, creare qualcosa di [...]

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Non si vede tutti i giorni una scultura in grado di viaggiare a 350 all’ora. Ma quando dietro ci sono la mano di Flavio Manzoni e le matite del suo team abbiamo ormai imparato che tutto è possibile. «Con la Ferrari F80 abbiamo voluto soverchiare tutti i codici. Andare oltre, creare qualcosa di unico», racconta Manzoni che incontriamo nell’e-Building di Maranello, lo stabilimento inaugurato a giugno e progettato da Mario Cucinella dove da gennaio verranno costruite le nuove Ferrari. «Fin dai primi disegni di quattro anni fa l’intenzione era realizzare da subito una vettura che si riferisse al futurismo, che fosse un manifesto anche dei nuovi canoni stilistici Ferrari: abbiamo lasciato la dimensione umana per avvicinarsi a qualcosa di più avanguardista ispirato all’aeronautica: un ufo su ruote». La F80 appartiene alla categoria Supercar, quella che a Maranello si traduce in prestigio e sportività: 799 gli esemplari prodotti, 3,6 milioni di euro il prezzo, e un’eredità decisamente ingombrante visto che le antenate si chiamano LaFerrari, Enzo, F50, F40 e 288 GTO. Un modello ideale, quindi, per sperimentare nuove idee, progettato con l’intenzione di rimanere immortale.

«L’aerodinamica è stata al centro del progetto da subito, volevamo addirittura provare a realizzare una monoposto per la strada, ma ragionando con ingegneria e marketing siamo riusciti a stringere i sedili grazie a una cabina completamente orientata verso il guidatore. Così abbiamo risparmiato 50 millimetri e sfruttato tutto lo spazio possibile», continua Manzoni. Il risultato è davanti ai nostri occhi: la F80 ricorda un disco volante con un abitacolo perfettamente incastonato nel corpo vettura e 50 millimetri più compatto rispetto a quello della LaFerrari. Come per tutte le Ferrari di ultima generazione, il binomio tra la parte superiore in tinta carrozzeria e quella sottostante in fibra di carbonio verniciata permette di esaltare il design della vettura, rivelando le funzioni tecniche in seconda lettura.

Sulla F80 si è cercato di evitare un effetto antropomorfo del frontale della vettura: i proiettori anteriori sono dissimulati all’interno di un visore, una sorta di schermo nero dalle funzioni sia aerodinamiche che ottiche che rende la F80 particolarmente originale. Il posteriore, caratterizzato dal tema a coda tronca, prevede due configurazioni: una con l’ala mobile riposta e l’altra con l’ala sollevata. I gruppi ottici si trovano incastonati all’interno di un doppio livello, composto dallo specchio di poppa e dallo spoiler, con l’idea di creare un effetto a sandwich che attribuisce al posteriore un carattere molto sportivo in entrambe le configurazioni. Alla velocità ci pensa il motore derivato da Formula 1 V6 turbo da 1.200 cavalli, 900 termici e 300 elettrici, abbinato a un sistema ibrido a 800 Volt.

Le funzioni sono state risolte dal punto di vista del design in modo da creare una perfetta relazione tra performance e forma. Alcune di esse, legate alla termica e all’aerodinamica, sono state integrate in modo molto caratterizzante: per esempio, il canale che convoglia l’aria verso l’aspirazione motore e i radiatori laterali in stile “NACA” è un elemento iconico, oltre che funzionale, e definisce uno dei temi di stile più originali della fiancata. Altro elemento funzionale, ma dal forte valore simbolico, è rappresentato dagli sfoghi d’aria della dorsale: sei feritoie, pari al numero dei cilindri del motore termico, definiscono un’inaspettata relazione tra le linee precise e geometriche e le superfici plastiche della vettura.

La F80 ha anche un nuovo volante con geometria della corona ridotta di 70 mm sull’asse verticale per aumentare la visibilità e la sensazione di sportività durante la guida. «Una forma inedita che consente di vedere bene il cluster in tutte le posizioni e non ingombra la in alcun modo il guidatore. La sicurezza rimane al primo posto, ancora di più quando si viaggia alle velocità supersoniche che questa F80 è in gradi di raggiungere», conclude Manzoni.

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ITALDESIGN QUINTESSENZA, METAMORFOSI SOSTENIBILE https://autodesignmagazine.com/2024/09/italdesign-quintessenza-metamorfosi-sostenibile/ Thu, 05 Sep 2024 04:59:46 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=66397 Con la Quintessenza Italdesign intraprende un viaggio concettuale che sfocia in un’architettura inedita, concepita per le nuove generazioni e rivolta al mercato globale. Un progetto che prende avvio dai quattro elementi naturali – terra, aria, acqua, fuoco – per porvi al centro l’uomo, da sempre protagonista dei progetti della design house nei suoi [...]

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Con la Quintessenza Italdesign intraprende un viaggio concettuale che sfocia in un’architettura inedita, concepita per le nuove generazioni e rivolta al mercato globale. Un progetto che prende avvio dai quattro elementi naturali – terra, aria, acqua, fuoco – per porvi al centro l’uomo, da sempre protagonista dei progetti della design house nei suoi oltre 55 anni di storia. Nel segno dell’innovazione e nel rispetto della sostenibilità.

Italdesign Quintessenza

Joaquin Garcia – I nuovi valori della mobilità
«La contaminazione è la chiave per la buona riuscita di un progetto. Solo l’incrocio di valori differenti può generare un risultato completo». Quando i progettisti di Italdesign hanno iniziato a lavorare alla concept car Quintessenza si sono riproposti di indagare mondi diversi, mettendo insieme le competenze più eterogenee unendole in un mix di creatività e ingegno. «Da noi ogni progetto parte da zero – prosegue Joaquin Garcia direttore del design di Italdesign –. Lo ripeto continuamente: non dobbiamo dimenticarci che siamo una società che offre servizi e lavora nel mercato aperto. Questo ci consente opportunità creative enormi perché non dobbiamo sottostare a un family feeling o a dictat stilistici interni, ma possiamo innovare liberamente e mettere a disposizione di tutti le nostre competenze».

Italdesign Quintessenza

I quattro elementi naturali
L’idea della Quintessenza è partita proprio dalla volontà di umanizzare la tecnologia, in un mondo in cui si è sempre più distratti dalla realtà digitale. «Dopo aver sviluppato la Climb-E svelata al CES a gennaio 2023 abbiamo scelto un tema diverso per il Salone di Pechino di quest’anno. L’obiettivo? Riportare il focus sull’auto e su chi la guida. Abbiamo organizzato un team di cinque persone, snello e dinamico e ci siamo chiesti come si potesse tornare alla radice delle cose. La risposta è stata univoca: indagare i quattro elementi naturali e sviluppare una concept car che ne contenesse l’essenza», continua Garcia. Così, la terra avrebbe dato struttura e sicurezza al progetto, l’acqua l’adattabilità, l’aria sarebbe stata la parte esperienziale e non fisica della vettura, mentre il fuoco avrebbe trasmesso i valori più emozionali come passione, amore e attrazione.

Italdesign Quintessenza

Exterior Design – L’armonia dei contrasti
Le radici che hanno ispirato la Quintessenza sono a Moncalieri, la cittadina vicino a Torino che dal 1968 ospita la sede dell’Italdesign. «Proprio qui nel 2013 è stata progettata la Parcour, una hypercar capace di andare anche in fuoristrada – racconta Samuele Errico Piccarini, exterior designer –. La stessa anima polivalente si ritrova nella Quintessenza, che è un vero pick up lungo 5,6 metri, ma grazie al profilo filante e a superfici sagomate riesce a nascondere bene le sue misure con una silhouette da coupé».
«I contrasti si rivelano anche nella carrozzeria, caratterizzata da elementi perimetrali piuttosto forti e pronunciati e da linee marcate che convivono con superfici levigate e lisce», continua Piccarini. Caratteristiche che convergono in uno scopo: la Quintessenza è il mezzo pensato per accompagnare l’uomo a incontrare gli stessi elementi che l’hanno generata: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco.

Italdesign Quintessenza

Interior design – Una lounge a cielo aperto
Cabriolet a parte, non sono molte le auto da cui è possibile ammirare le stelle. «In Cina il “star gazing” è un fenomeno che prende sempre più piede. Da noi è normale guardare il cielo, ma in Asia spesso non è possibile a causa dell’inquinamento anche luminoso delle grandi metropoli – racconta Alessandro Rota, interior designer –. Così le persone si organizzano per passare un weekend fuori città con la loro auto. Dalla Quintessenza si può ammirare il cielo nella posizione migliore possibile: accomodati su due poltrone che si sono trasformate da sedili in chaise longue al premere di un tasto».

Italdesign Quintessenza

Esplorare la sostenibilità
I materiali sono il cuore della Quintessenza. «È il campo in cui ci siamo spinti di più attivando una fase di ricerca importante e sperimentando al massimo», dice Joaquin Garcia. I progettisti hanno scelto un telaio in fibra di carbonio, mentre le appendici perimetrali e aerodinamiche della Quintessenza sono in fibre di lino. «Tutti i materiali hanno un link con la natura e si concentrano sul tema della sostenibilità», spiega Giorgia De Silva, CMF designer. La voglia di sperimentare ha portato i designer a utilizzare per il pavimento della Quintessenza l’Hero Flooring made with Nike Grind, materiale morbido, riciclato e idrorepellente, usato, ad esempio, per le suole delle sneakers.

(Articolo completo su A&D n. 268)

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KIA PICANTO, ISPIRATA ALLA NATURA https://autodesignmagazine.com/2024/07/kia-picanto-ispirata-alla-natura/ Thu, 04 Jul 2024 10:19:56 +0000 https://autodesignmagazine.com/?p=65890 Piccola, simpatica e sbarazzina. Il restyling della Kia Picanto non ha cambiato gli ingredienti principali che l’hanno resa un successo commerciale grazie a più di 178 mila unità immatricolate in Italia, paese in cui è presente dal 2004. In questi 20 anni e quattro generazioni la Picanto è diventata più raffinata, in particolare [...]

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Piccola, simpatica e sbarazzina. Il restyling della Kia Picanto non ha cambiato gli ingredienti principali che l’hanno resa un successo commerciale grazie a più di 178 mila unità immatricolate in Italia, paese in cui è presente dal 2004. In questi 20 anni e quattro generazioni la Picanto è diventata più raffinata, in particolare nel design che oggi è coerente con la filosofia stilistica di Kia “Opposites United”. Il risultato crea un’impressione audace e futuristica della vettura con un design moderno e più sportivo.

Agile e divertente nonostante le potenze contenute del motore (abbiamo guidato il 1.0 MPI a benzina tre cilindri da 63 cavalli), la nuova Picanto ha una maggiore personalità grazie a un nuovo frontale che le conferisce un’immagine audace e d’effetto. L’utilitaria si contraddistingue per una particolare e distintiva firma luminosa che funge da raccordo tra il caratteristico Tiger Nose, il parafango e il cofano fino a raggiungere le prese d’aria laterali. I fari con tecnologia Led e le luci diurne sviluppate in verticale, sottolineano la modernità e il look high tech, oltre a conferire alla nuova Picanto un aspetto più robusto. La vista posteriore, dalle linee semplici e definite mette in evidenza il collegamento verticale tra le luci e il paraurti.

La nuova firma luminosa, insieme al nuovo paraurti anteriore, al caratteristico “naso di tigre”, ai parafanghi e al cofano ridisegnati, conferiscono alla vettura un’immagine più personale. I fari a Led e le luci diurne enfatizzano la modernità e la tecnologia, oltre a conferire alla citycar coreana un assetto più sicuro. Il tema della fanaleria con una barra luminosa e continua si ritrova al posteriore dove la fanaleria a tutta larghezza offre una certa possanza al modello.

Per renderla ancora più d’impatto i designer Kia guidati da Karim Habib hanno lavorato intensamente anche sui colori. La nuova Picanto propone una gamma di cromie di interni e esterni ispirate alla natura, di cui quattro completamente nuove: Signal Red, Smoke Blue, Sporty Blue e Adventurous Green. Per l’abitacolo, dove spiccano due display per strumentazione e infoatinment (flottante) sono disponibili tessuti qualità oppure alternative in pelle, che possono essere scelte in base ai gusti e allo stile di vita dei proprietari.

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